15 Ottobre 2024
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“Se non ci ascoltano fermiamo i camion”: Assotir alza la voce

“Se non possiamo viaggiare in condizioni idonee fermiamo i camion. Vediamo dopo una settimana di stop chi ha ragione”. Una situazione vicino al punto di non ritorno quella degli autotrasportatori e Assotir, l’associazione che rappresenta le aziende di trasporto, alza la voce. Oggi (19 giugno) nello Showroom Valiani a Santa Croce sull’Arno i vertici nazionali di Assotir erano rappresentati dalla presidente Anna Vita Manigrasso e dal segretario nazionale Claudio Donati. Per l’occasione, è stato presentato anche il nuovo responsabile per le province di Pisa, Lucca e Massa, Maurizio Bandecchi.

L’affaire FiPiLi, le ipotesi per far funzionare la superstrada, la viabilità alternativa: questi i temi affrontati per la viabilità locale. Ma anche la questione dei costi minimi di trasporto, dei costi minimi di sicurezza, della concorrenza che lavora sfruttando sottili cavilli di legge e la mancanza di autisti. Investimenti chiesti da tempo alla regione Toscana, che resta “l’interlocutore privilegiato”, ma che per il momento non ha dato risposte soddisfacenti. Problemi che gli autotrasportatori vivono tutti i giorni e che sono comuni a tutti: titolari e dipendenti delle aziende. Infine, la richiesta del tavolo della legalità: non una parola vuota usata a sproposito, ma una proposta concreta per mettere fine ai viaggi sottopagati. Un problema di sfruttamento e di sicurezza, insomma.

A fronte di queste molte necessità, però, dall’altra parte c’è un muro di gomma: “C’è una grande debolezza della politica che mi preoccupa – ha detto Claudio Donati, segretario nazionale di Assotir -: sarebbe meglio una politica che ti dice un ‘No’ forte e chiaro invece che una paccottiglia in cui nessuno sa dove mettere le mani sulla questione della FiPiLi. Non c’è un modo serio di affrontare il problema”. Un’accondiscendenza a parole alle richieste a cui non fanno seguito i fatti, gli investimenti: come nel caso delle risorse chieste per incentivare i giovani a prendere la patente di guida per i mezzi pesanti e sopperire, in questo modo, alla mancanza di autisti. “La regione Lazio – ha spiegato Donati – ha messo un milione di euro per la formazione, la Toscana, nonostante se ne parli da tempo, ancora no”. È una questione di occupazione, di creazione di posti di lavoro che gli autotrasportatori potrebbero offrire se ci fossero le condizioni giuste.

E, più in generale, non convince nemmeno l’orientamento degli investimenti per le infrastrutture: “Oggi si parla di due trafori sotto alle Apuane – è intervenuto Bandecchi, il responsabile di Pisa Lucca e Massa – quando noi chiediamo da anni di completare la Tirrenica e di mettere in sicurezza la superstrada”. Gli fanno eco i titolari delle imprese: “Vogliamo creare nuove infrastrutture quando quelle vecchie stanno andando a pezzi”.

L’ingresso di Bandecchi in Assotir costituisce un punto di riferimento per la zona, che da oggi cercherà ancora più di prima di interfacciarsi con la Regione. “La priorità di Assotir – ha detto Bandecchi – è la ripresa delle azioni sindacali. Assotir offre servizi, ma con la rappresentanza. In questi giorni c’è l’emergenza FiPiLi, ci sono anche aggravamenti in vista come pedaggi e chiusura ai mezzi pesanti. Il problema è che da un lato si parla in maniera schizofrenica dei trasporti, dall’altro ci sono problemi burocratici per cui i mezzi sono costretti a stare fermi perché le motorizzazioni non funzionano”. È accolta con favore, invece, l’investimento per la riapertura ai mezzi pesanti della Bientinese, “ma un canale solo non basta”.

“L’innesto di Bandecchi ha questa logica – ha spiegato Donati -: rafforzare la nostra capacità di mediazione. I trasportatori vogliono essere ascoltati sui problemi del loro settore. Noi come categoria dobbiamo dare la massima disponibilità ma non possiamo accettare soluzioni che indichino noi come il problema per il traffico degli automobilisti. Se non viaggiano i camion non viaggia la merce”. Poi, il tavolo della legalità, che ha l’obiettivo, di “portare la politica a prendere atto del fatto che si viaggia sotto tariffa – ha continuato Donati -. In campagna elettorale ci hanno detto di sì e ora ancora questo tavolo non prende corpo”. Qui si innesta un percorso difficile, in salita, che deve per forza di cose includere anche gli organi statali: “I costi minimi sono uno strumento fatto male, va dettagliato per settori, per chilometraggio, per parametri specifici. L’obiettivo è avere costi minimi obbligatori e ci vorrà una legge. Quello del trasportatore è diventato uno di quei mestieri in cui lavori per non guadagnare. L’obiettivo è riportare la categoria in serie A”. Il rischio – e a mettere in guardia sono le stesse aziende di trasporto – è che quando “si lavora per non guadagnare” per rientrare nei costi si allungano i tempi delle manutenzioni dei mezzi, si va a risparmio sulla scelta degli pneumatici: scelte che rincorrono il risparmio, ma a discapito della sicurezza.

Per questi e altri motivi i trasportatori chiedono – e minacciano – azioni forti, compreso lo stop dei mezzi per qualche giorno che paralizzerebbe completamente la consegna delle merci. “È un momento complicato – ha spiegato la presidente Manigrasso – c’è difficoltà a farsi pagare. Assotir sta cercando di dialogare con la Regione e ieri abbiamo incontrato al politica locale d’opposizione”, Fratelli d’Italia e Forza Italia.

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