26 Aprile 2024

Funzionamento e rischi delle sponde montacarichi al Gruppo Valiani

Sono state più di 100 le aziende di trasporto arrivate questa mattina, 8 ottobre, nel grande showroom del Gruppo Valiani a Santa Croce sull’Arno. Più di 100 persone, arrivate da ogni angolo della Toscana per partecipare all’incontro dedicato alle sponde montacarichi, organizzato dallo stesso Gruppo Valiani in collaborazione con l’azienda costruttrice di sponde idrauliche Dhollandia e l’Anmil, l’Associazione nazionale mutilati e invalidi del lavoro.

Una mattinata pensata per approfondire funzionamento e rischi di uno strumento indispensabile per molte aziende del settore, fornendo ai partecipanti un momento formativo accompagnato dal rilascio di un apposito attestato di partecipazione. “La sponda montacarichi – spiega Alessandro Valiani, general manager del Gruppo – è rimasta una delle macchine di sollevamento non adeguatamente professionalizzate da parte degli operatori. Per questo abbiamo ritenuto opportuno convocare qui le aziende di trasporto che hanno sponde montacarichi per sensibilizzare sulle modalità di utilizzo e sui rischi”.

La prima parte dell’iniziativa è stata dedicata dunque alla conoscenza del prodotto, con l’intervento di Marco Sacchetti di Dhollandia, l’azienda belga specializzata nella costruzione di sponde idrauliche, di cui il Gruppo Valiani è concessionario per la Toscana. A tutti gli operatori presenti all’incontro è stato rilasciato un apposito certificato di ispezione da tenere sui camion, che sarà poi riempito annualmente al termine delle ispezioni che ogni ditta potrà effettuare nell’officina Valiani. “Da oggi vi inseriamo in un elenco – ha spiegato Valiani – e vi chiameremo per effettuare le ispezioni annuali alle sponde. Inoltre, in caso di controllo, da oggi potete far valere il certificato rilasciato al termine di questa mattinata per dimostrare di essere stati formati nell’utilizzo di questo strumento”.

Un elemento in più da far valere sul terreno della sicurezza stradale, dove molto è lasciato ancora alla buona volontà e al buon senso delle aziende di trasporto e dei loro operatori, come sottolineato dall’ex funzionario della Polizia stradale Salvatore Ripa, già comandante della stradale di Cecina, di Viareggio e infine ex funzionario addetto della stradale di Livorno. “Solo nel 2021 in Europa abbiamo avuto 800 morti da incidenti stradali che coinvolgevano veicoli commerciali e industriali: di questi ben 169 solo in Italia. È una cifra altissima: è quasi il 25%” ha sottolineato Ripa, illustrando ai partecipanti la direttiva europea sul fissaggio dei carichi, recepita in Italia nel 2017 ed entrata in vigore dal 2018. Grazie al contributo di immagini e video, l’ex funzionario della polizia stradale ha illustrato i rischi legati all’errato fissaggio dei carichi, fornendo alcune nozioni di fisica cinematica e mostrando cosa succede alle merci quando vengono sottoposte alle forze di accelerazione, di decelerazione, di stacco e alla forza centrifuga.

È stato invece l’ingegnere Luca Beccari a illustrare la corretta modalità di utilizzo delle sponde montacarichi, sulla base della legge 81/2008 che stabilisce i canoni di sicurezza per l’uso di questi strumenti. “Se succede qualcosa è solo colpa vostra – ha esordito Beccari -. Non è colpa né della sponda né del carico, perché i responsabili della sicurezza siete solo voi. Finalmente, però, la legge ha anche detto che potete dire di no, potete rifiutarvi di svolgere un lavoro se la sponda non è in regola”.

Un incentivo alla cultura della sicurezza rafforzato dalla presenza dell’Anmil, l’associazione mutilati e invalidi del lavoro che ha portato la propria testimonianza con il vicepresidente nazionale Davide Magini (membro della Commissione gravi disabilità), Luca Mazzi membro della commissione testimonial dell’Anmil e Alessandra Caponi, referente dell’associazione per la provincia di Pisa. “La testimonianza dell’Anmil ci aiuta a riflettere – ha detto Valiani – perché, più delle norme e delle sanzioni, quello che conta è la capacità del buon senso. Alla fine la vita è una sola e si lavora per vivere”.


Fonte: Il Cuoio in Diretta

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