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Geolocalizzazione RENTRI: obbligo in arrivo e sfida privacy per le imprese

Il conto alla rovescia è iniziato: entro il 31 dicembre 2025, le imprese iscritte all’Albo Gestori Ambientali – categoria 5, che trasportano rifiuti speciali pericolosi, dovranno attestare sul portale AGEST di aver dotato i propri autoveicoli di sistemi di geolocalizzazione, come stabilito dall’art. 16 del D.M. 59/2023. Dal 1° gennaio 2026, questa tecnologia diventerà obbligatoria nell’ambito del RENTRI, il Registro Elettronico Nazionale per la Tracciabilità dei Rifiuti.

Una misura pensata per garantire trasparenza e controllo, ma che porta con sé un tema cruciale: la protezione dei dati personali. Perché dietro la geolocalizzazione non c’è solo tecnologia, ma anche persone.

PERCHÉ LA GEOLOCALIZZAZIONE È UN TRATTAMENTO AD ALTO RISCHIO

Il sistema previsto dal decreto consente di monitorare in tempo reale il percorso di ogni veicolo, associando posizione, targa e telaio. Se alla guida c’è un dipendente, questi dati diventano personali e rientrano nell’ambito del GDPR. Non è un dettaglio: il Garante Privacy considera la geolocalizzazione continua e sistematica dei lavoratori un trattamento ad alto rischio, che impone la redazione di una Valutazione d’Impatto sulla Protezione dei Dati (DPIA) ai sensi dell’art. 35 GDPR, prima di avviare il sistema.

DPIA: UN PASSAGGIO OBBLIGATORIO PER LA CONFORMITÀ

La predisposizione di una Valutazione d’Impatto sulla Protezione dei Dati (DPIA) non è un mero adempimento burocratico: è uno strumento essenziale per analizzare e ridurre i rischi derivanti dal trattamento dei dati di geolocalizzazione, che possono rivelare spostamenti, abitudini e comportamenti dei lavoratori.

La DPIA deve includere:

  • Obiettivi del trattamento (monitoraggio per obblighi RENTRI);
  • Fondamento giuridico (prescrizione normativa);
  • Tempi e modalità di conservazione dei dati raccolti;
  • Individuazione dei soggetti autorizzati e delle misure di sicurezza implementate;
  • Procedure di informativa ai dipendenti in conformità al GDPR;
  • Eventuale consultazione delle rappresentanze sindacali e rispetto delle disposizioni dell’art. 4 dello Statuto dei Lavoratori.


AUTORIZZAZIONE DEI SISTEMI DI GEOLOCALIZZAZIONE PER IL CONTROLLO A DISTANZA

Se l’azienda non ha già un accordo sindacale o autorizzazione dell’Ispettorato del Lavoro per l’uso di strumenti che comportano controllo a distanza, è obbligatorio ottenerla prima di attivare la geolocalizzazione. Le modalità sono due:

  • Accordo sindacale: stipulato con le rappresentanze aziendali o territoriali;
  • Autorizzazione INL: richiesta all’Ispettorato del Lavoro competente, tramite istanza telematica sul portale ufficiale;
  • Senza questo passaggio, l’uso dei dispositivi GPS è illecito e può comportare sanzioni.


COSA DICE IL GARANTE PRIVACY

Il Garante, nel suo parere sul DM 59/2023, ha chiesto di inserire esplicitamente il richiamo al GDPR nell’art. 16, segnalando che non basta installare i dispositivi: serve garantire la conformità alla normativa privacy. E non è tutto: in recenti provvedimenti, l’Autorità ha sanzionato aziende per uso illecito di GPS sui veicoli aziendali, con violazioni di principi di liceità, minimizzazione e trasparenza. In alcuni casi, le criticità riguardavano conservazione eccessiva dei dati (oltre 180 giorni) e mancata informativa ai lavoratori.

Il messaggio è chiaro: la geolocalizzazione non può trasformarsi in uno strumento di controllo occulto o disciplinare. Deve essere proporzionata, trasparente e sicura.

GLI ADEMPIMENTI DA NON DIMENTICARE

Per essere in regola, le imprese devono:

  • Redigere la DPIA;
  • Aggiornare le informative privacy;
  • Implementare misure tecniche e organizzative;
  • Coinvolgere sindacati o INL per il controllo a distanza;
  • Documentare ogni passaggio per dimostrare la compliance.


IN CONCLUSIONE

L’obbligo RENTRI non è solo tecnologia: è una sfida di responsabilità. Garantire tracciabilità dei rifiuti e tutela dei diritti dei lavoratori è il vero banco di prova. Chi si prepara per tempo non evita solo sanzioni: costruisce fiducia, trasparenza e trasforma un obbligo in un vantaggio competitivo.

Fonte: Assotir