29 Marzo 2024

Revisioni ai privati: dopo 3 anni

A novembre un decreto ministeriale ha fissato i requisiti delle officine private per le revisioni dei mezzi pesanti che, a settembre, erano state estese anche ai rimorchi e semirimorchi. E ora, a tre anni dalla legge istituiva, mancano ancora i decreti attuativi degli esami per gli ispettori.

Più che una svolta storica, una svolta biblica. Varata nel gennaio 2019 con il fragore della grancassa - dichiarazioni entusiastiche e titoli di giornali all'insegna del mutamento epocale, con immancabile evocazione della rivoluzione copernicana - a tre anni dal varo della legge che le istituiva, le revisioni dei mezzi al di sopra delle 3,5 tonnellate non sono ancora approdate alle officine private. E non per colpa del Covid. “Il risultato”, scuote la testa il segretario generale di Assotir, Claudio Donati, “è che oggi sulle nostre strade viaggiano migliaia di veicoli non in regola con la revisione nei tempi previsti. Basta che abbiano la richiesta di revisione presentata entro i termini”. E snocciola i tempi di attesa dei singoli uffici provinciali della Motorizzazione: 8-9 mesi nella maggior parte dei casi, con punte di un anno come a Cagliari.


LA SVOLTA STORICA

Eppure in quei primi giorni del 2019, I'intero mondo dell'autotrasporto non aveva lesinato elogi al governo per aver dato corso a questa innovazione storica che segnava (parole di Thomas Baumgartner, presidente di Anita) “un ulteriore passo di avvicinamento dell'Italia alle prassi in atto negli altri Stati dell'Unione europea”: in altre parole, l'apertura dell'affidamento delle revisioni dei mezzi pesanti ai privati avrebbe dovuto metter fine ai ritardi che da un paio d' anni si registravano presso gli uffici della Motorizzazione, per far applicare le nuove procedure dettate dall'Unione europea in carenza di personale sufficiente e con problemi di presenza diffusa sul territorio. È del maggio 2017, infatti, l'ultima riunione presso l'allora ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti prima del ritiro della circolare ministeriale che varava le nuove disposizioni, durante la quale, il presidente di Unatras, Amedeo Genedani, aveva chiesto di procedere “all'affidamento totale delle revisioni ai soggetti privati, con un rigido sistema di controllo sul loro operato da parte delle motorizzazioni”.


MA I RIMORCHI E I SEMIRIMORCHI?

Una richiesta soddisfatta dopo un anno e mezzo, con la legge di Bilancio del 2019 e con l'impegno a emanare entro gennaio (anzi, entro 30 giorni) i decreti attuativi. Certo, la facoltà di rivolgersi ai privati escludeva, per motivi di sicurezza, i veicoli adibiti al trasporto di merci pericolose (ADR) e quelli a temperatura controllata (ATP), che - insieme - assommavano a circa 160 mila veicoli di ogni portata, ma l'esclusione più pesante era quella di rimorchi e semirimorchi. La modifica all'art. 80 del Codice della strada, infatti, parlava di “veicoli”, ma la maggior parte delle motrici (i “veicoli”) traina un rimorchio o un semirimorchio. Che senso ha, obiettavano gli autotrasportatori, farsi revisionare il veicolo da un privato, quando poi bisogna attendere i tempi della Motorizzazione per il traino? Risultato: altro che gennaio; ad aprile è ancora tutto fermo. Il ministero cerca di metterci una pezza, promettendo di partire, entro il 2019, con una sperimentazione da affidare a officine che già effettuano riparazione di mezzi pesanti e quindi autorizzati in base alla Legge n. 870/86, che già in qualche modo prevede la possibilità di effettuare le revisioni presso sedi esterne alla Motorizzazione, rinviando al risultato della sperimentazione il tema delle revisioni ai privati anche di rimorchi e semirimorchi (e, magari, di ADR e ATP). In realtà, la sperimentazione non è mai partita e nel 2020 è esploso il dramma del Covid che, a furia di proroghe, ha rinviato anche il problema delle revisioni, con il risultato di lasciare in circolazione veicoli non controllati da anni, proprio quando proprio all'autotrasporto è affidata la distribuzione dei beni. In realtà non c'era nulla in materia di revisioni neppure nella legge di Bilancio di quell'anno, prima ancora, cioè, dell'arrivo del virus. Bisogna, perciò, aspettare quella per il 2021 per trovare un emendamento, non del governo, ma dell'intera commissione Trasporti della Camera che estendeva la possibilità di far revisionare da officine private di prima necessità in tutto il Paese. anche a rimorchi e semirimorchi. Neanche a dirlo, l'emendamento non è stato mai approvato. “Un'occasione persa”, ha commentato il vicepresidente e direttore generale di Alis, Marcello Di Caterina, “in termini di sicurezza stradale, snellimento burocratico e accelerazione dei processi legati ai controlli che, a distanza di due anni, non ha ancora trovato una soluzione”.


Fonte: Uomini e Trasporti – febbraio 2022

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