28 Aprile 2024

Strade da paura: i numeri degli incidenti

Sono 2875 le persone che hanno perso la vita sull’asfalto in Italia nell’ultimo anno a cui si aggiungono quasi 205.000 feriti. Gli autocarri coinvolti solo nel 6,7 per cento degli incidenti ma troppi quelli mortali.

Nonostante una ripresa della mobilità in tutte le sue forme, anche nel 2021 l'emergenza Covid ha fatto sentire i suoi effetti sull'incidentalità stradale. I dati diffusi da Aci-Istat mostrano una riduzione degli incidenti e degli infortunati nei mesi di gennaio e febbraio, in concomitanza con i nuovi lockdown, un importante incremento nel periodo marzo- giugno e, infine, un ritorno ai livelli pre-pandemici nella seconda parte dell'anno quando sono decadute completamente le limitazioni agli spostamenti. Gli incidenti stradali con lesioni in Italia sono stati 151.875 (+28,4 per cento sull'anno precedente) e hanno causato 2.875 morti (+20,0 per cento) e 204.728 feriti (+28,6). Pari a 16,4 miliardi di euro (lo 0,9 per cento del Pil nazionale) il costo sociale di quelli rilevati da Polizia Stradale, Polizia locale e Carabinieri.


MAI ABBASSARE LA GUARDIA

Chi ha perso la vita sulle strade in Italia? Duemilatrecento novantasei uomini (l'83,3 per cento) e 479 donne (16,7). Ben 2.072 si trovavano al volante, 332 erano passeggeri a 471 pedoni. Le vittime risultano concentrate nelle classi di età 45-59 anni e 20-24 anni per gli uomini, 70-84 anni e 20-24 anni per le donne.

Rispetto al 2020 sono aumentate tra tutti gli utenti della strada mentre si registra una diminuzione nel confronto con il 2019, fatta eccezione, purtroppo, per gli occupanti di autocarri/motocarri: 253 decessi indicano un incremento del 44,4 sul 2020 e del 23,4 sul 2019. Eppure a dispetto delle apparenze, i veicoli da lavoro continuano a risultare virtuosi: sono coinvolti solo nel 4 per cento degli incidenti a veicolo isolato (2.072 su un totale di 44.975) e nel per cento di quelli fra due o più veicoli (8.20 su 106.900).

Mai abbassare la guardia sulla strada e alzar ancora di più intorno alle 8.00, e poi verso 18.00, quelle da sempre considerate le ore punta nonostante una diluizione degli spostamenti nell'arco del giorno dovuta alla diffusione dello smartworking e al ricorso intensivo a didattica a distanza anche nel corso dello scorso anno. Oltre il 73 per cento degli incidenti è verificato su strade urbane, il 21,9 su strade extraurbane e solo il 5 in autostrada. Percentuali che cambiano, e di molto, se si prendono in considerazione i feriti (69,7 per cento su strade urbane, 24,4 su extraurbane e 5,9 su autostrade e i morti (rispettivamente 69,7, 24,4 e 5,9 cento). L'indice di mortalità, ossia il numero di morti per 100 incidenti, si attesta a 4,1 sulle strade extraurbane, 3,2 sulle autostrade e a 1,1 in ambito cittadino.

Il 67,5 per cento degli incidenti stradali è avvenuto tra i veicoli in marcia. Il 91,2 per cento ha coinvolto due veicoli, 6,7 tre e il 2,1 quattro o più. Gli incidenti a veicolo isolato rappresentano un ulteriore 22,2 per cento. Gli investimenti di pedone sono infine, il 10,3 per cento del totale.

Distrazione, mancano rispetto della precedenza e velocità troppo elevata sono stati causa nel 2021 di ben 78.477 sinistri con lesioni. Ci sono poi manovra irregolare (15.534), mancanza della distanza di sicurezza (14.081), la mancanza di precedenza al pedone (5.954) e il comportamento scorretto del pedone (5402). Utile un confronto con i dati relativi alle sanzioni emesse dagli organi di polizia per inosservanza dei principali articoli del Codice della Strada. Nel caso dei conducenti di autocarri il superamento dei limiti di velocità è il comportamento maggiormente sanzionato (16 per cento del totale). A seguire il mancato rispetto dei tempi di guida e di riposo (11,4 per cento) e il trasporto di cose con superamento dei limiti di peso del veicolo (10,9 per cento).


SI PUÒ FARE DI PIÙ

Allargando lo sguardo nella Ue 27 le vittime sono state 19.855, il 5,3 per cento in più dell'anno precedente, quello in cui il Covid aveva fatto sentire maggiormente i suoi effetti, mentre si registra ancora un calo del 12,8 per cento rispetto al 2019.

La crescita del numero di vittime della strada non ha, infatti, interessato tutti i Paesi: da plaudire i Paesi Bassi (-4,6 per cento), la Germania (-5,5), la Svezia (-5,9), Cipro (-6,3), l'Irlanda (-6,8), la Lituania (-7,7), l'Estonia (-8,3), Polonia (-9,9), Danimarca (-12,9), Lettonia (-16,0) e a Malta (- 25,0).

Gli aumenti più consistenti di decessi sono stati, invece, registrati in Slovenia (+42,5 per cento), Croazia (+23.2), Bulgaria (+21,2), Italia (+20,0), Ungheria (+18,3) e Francia (+16,0).

Il tasso di mortalità stradale (ossia i morti per milione di abitanti) si attesta a 45 nell'Unione a 27. Malta e Svezia i paesi a cui ispirarsi visto che hanno un tasso di mortalità inferiore a 20.

Maglia nera, invece, a Romania (93) e Bulgaria (81).

L'Italia con 49 è ancora sopra la media europea. Il percorso per un dimezzamento delle vittime nel decennio 2021-2030 appare ancora piuttosto lungo.


Fonte: Vie e Trasporti

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