28 Marzo 2024

La guerra austriaca all'autotrasporto degli altri

Faccio il trasportatore da tanti anni e un po’ da sempre ricordo un atteggiamento di contrarietà del governo austriaco nei confronti dell’autotrasporto e in particolare di quello italiano. Questa sensazione esprime una mia mania di persecuzione o ha un fondamento di verità?

Ha un fondamento di verità: l’Austria, infatti, dimostra quanto meno ostinazione, per non dire pervicacia, nel voler penalizzare gli autotrasportatori italiani, e con essi le nostre esportazioni, che per il 70% attraversano il territorio austriaco. Infatti, l’avvio del braccio di ferro con le autorità di Vienna risale al 2007, quando per la prima volta la Commissione UE si espresse negativamente sui cosiddetti “divieti territoriali” imposti per l’attraversamento dei mezzi pesanti lungo l’asse del Brennero, che riguardavano alcune tipologie di merci (legno, sughero, piastrelle, acciaio, marmo e travertino, minerai, rifiuti).

Riepilogare l’intera vicenda richiederebbe una pubblicazione ad hoc, perciò ci limiteremo a ricordarne gli aspetti essenziali, come la richiesta dello Stato italiano, fatta proprio dalla commissione UE, di adire la Corte di giustizia per sospendere il provvedimento adottato dall’Austria, sia in quanto contrario alla normativa comunitaria in materia di libera circolazione delle merci, sia perché rappresentava una misura inappropriata rispetto agli obiettivi ambientali perseguiti, sia per la sostanziale assenza di percorsi e di modalità alternative, comparabili economicamente e tecnicamente.

Così si espresse l’avvocato Generale presso la Corte di giustizia, che nel 2011 dichiarò l’illegittimità dell’ordinanza sui divieti settoriali. Nel 2012 il governo austriaco “ripiegò” su misure più compatibili con la disciplina europea, o quanto meno dichiarate tali dall’allora commissario ai trasporti Kallas, vale a dire sul divieto di transito notturno per io mezzi pesanti fino alla categoria Euro V. Una posizione “morbida”, questa basata anche sull’esigenza di ridurre l’inquinamento ambientale, essendo già disponibili sul mercato veicoli euro VI. I divieti settoriali, però, sono tornati di attualità dopo il 2015, quando, nonostante la contrarietà di istituzioni e organizzazioni associative italiane, l’Austria, per migliorare la qualità dell’aria della valle dell’Inn, ne ha introdotto una nuova versione, escludendo temporaneamente gli Euro VI, per tener conto dei rilievi formulati dalla Commissione europea.

L’ulteriore misura limitativa dei trasporti di attraversamento del Tirolo messa in campo dalle autorità austriache lo scorso anno, il sistema di contingentamento dei mezzi pesanti, ha dato luogo all’ennesimo pronunciamento dell’attuale commissaria europea ai Trasporti , Violeta Bulc, secondo la quale la diminuzione dei veicoli autorizzati ad attraversare il Brennero non solo avrebbe potuto creare un significativo traffico di aggiramento, ma avrebbe anche comportato la violazione della libertà di circolazione delle merci. E neanche il “Brenner Meeting” del 12 Giugno 2018 ha portato a risultati concreti, malgrado il fermo atteggiamento del ministro italiano dei Trasporti e la posizione di soluzioni alternative di minor impatto ambientale, come l’impiego di veicoli alimentati a gas naturale liquefatto (LNG) e forme innovative di ottimizzazione dei flussi di traffico.

La questione è tornata di attualità nel 2019, con il varo dei recenti provvedimenti austriaci, che hanno introdotto nuovi divieti per il periodo estivo, concentrando il traffico merci di attraversamento in 5 giorni alla settimana, e la previsione del Land Tirolese di salvaguardare l’ambiente imponendo un ulteriore “blocco settoriale” ai veicoli adibiti al trasporto di alcune categorie merceologiche.

Il nuovo blocco, da aggiungere a quello praticato nel 2018 su materie prime, materiali grezzi , veicoli e rimorchi, interesserebbe progressivamente prodotti chimici, metalli, macchinari e apparecchiature, carta, cartone, tubi, profilati e prodotti del petrolio liquido. Di fronte a tali misure e alle prospettive dannose che genererebbero sulle imprese manifatturiere italiane e tedesche, sono intervenuti i ministri dei Trasporti di Italia e Germania, con una comunicazione che sollecita la commissaria Bulc affinché faccia desistere l’Austria da provvedimenti unilaterali in contrasto con le regole europee, mentre- a livello regionale – hanno manifestato la loro ferma opposizione le Camere di Commercio di Trentino Alto Adige, Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna, appoggiate dalle associazioni di categoria. Peraltro, il momento attuale non è certo il migliore per suscitare decise prese di posizione della Commissione Ue e la prospettiva sembra essere quella di tornare alla carica con le autorità comunitarie insediate dopo le elezioni: in ogni caso, più che adottare misure di ritorsione, dovremmo prepararci, d’intesa con la Germania, a un nuovo ricorso alla Corte di Giustizia, magari quantificando il danno che questa “guerra commerciale” innescata dal governo austriaco ha prodotto alla nostra economia.



Fonte: Uomini e Trasporti - giugno 2019

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